StartUp 2.0: Un Pò D’Italia A Bilbao, Un Pò Di Polemiche In Italia

Si è conclusa a Bilbao nei giorni 24 e 25 aprile l’edizione 2009 di StartUp 2.0, la competizione europea riservata ai progetti web più interessanti del nostro continente.

Innanzitutto una doverosa premessa: un sentito grazie a chi ha votato Article Marketing Italia. Ci siamo classificati al 14° posto su 157 concorrenti. Non è entrato in finale ma sono comunque molto soddisfatto. Purtroppo quest’anno non ho potuto partecipare personalmente alla finale di Bilbao perchè la trasferta era troppo  vicina ad altri impegni.

Photo Credit: BlockBilbo

La competizione

Quest’anno le competizioni nell’ambito della manifestazione erano due;

StartUp

Riservata ai migliori progetti in rete sviluppati nel nostro continente. I partecipanti erano 157, in maggioranza italiani e spagnoli. Gli utenti hanno selezionato 5 finalisti via Facebook, i giurati ne hanno selezionati altri 6.

  • Finalisti Facebook
  • Selezionati dalla giuria internazionale

Ha vinto Colnect, un servizio che collega communities legate ad interessi più svariati.

L’unica vera perplessità che ho avuto rigarda due progetti finalisti tra le startup (Social Whale e Trourist)  che al termine delle votazioni su Facebook erano chiusi o in beta privata. Mi ha sopreso il fatto che nessuno lo abbia notato. Su che base hanno votato gli utenti se non potevano provare il servizio?

Trovo normale usare il proprio network per promuovere il proprio lavoro, ma usarlo per portare in finale delle scatole chiuse penso che sia al limite della regolarità a prescindere dalla validità del contenuto.

Euroblog Awards

Il Blog Contest, la competizione tra i blog e videoblog europei. Ogni giurato ha presentato un elenco dei blog più rappresentativi del proprio paese, e gli utenti hanno selezionato via facebook un finalista per ogni paese. Per l’Italia il nostro giurato ha presentato questi blog;

Gli utenti che hanno votato via facebook hanno mandato in finale Catepol, che ha ottenuto un ottimo quarto posto assoluto.

I vincitori sono stati; il tedesco Netzpolitik per i blog, lo spagnolo  LaComuna.tv per i videoblog

Il blog vincitore Netzpolitik (credit: Nicholas MacGowan)

Un pò d’Italia finalmente

Lo scorso anno avevo notato la quasi totale assenza dell’Italia dalla manifestazione. Quest’anno le cose sembrano cambiate. Ci sono stati moltissimi progetti italiani, dei quali ben 4 sono arrivati in finale. Degno di rilievo anche il quarto posto di Catepol, con tanto di articoli sui giornali. Ogni tanto notano la parte buona della rete che c’è in Italia. In questo senso Caterina ci ha rappresentato tutti.

Qualche polemica

C’è un pò di subbuglio in rete a seguito del quarto posto di Catepol, subbuglio causato da un articolo sul Corriere intitolato Consigli per aspiranti blogger «Ecco come farvi notare in rete» in cui viene intervistato il giurato italiano di Euroblog Award Luca Conti. Cito;

Qual è il segreto per farsi «notare» in rete?
«Innanzitutto bisogna assicurarsi che il blog sia ben indicizzato, in modo che il contenuto venga segnalato dai motori di ricerca. E poi usare con consapevolezza i tag, un altro strumento fondamentale per la ricerca dei contenuti. Quindi un po’ di sane pubbliche relazioni: stabilire relazioni con blogger che trattano lo stesso argomento è indispensabile per scambiarsi opinioni e link. Un altro strumento fondamentale sono i social network (Facebook e Twitter in testa). E poi magari conoscere qualche giornalista»

In molti si stanno stracciando le vesti sia per la selezione iniziale dei blog italiani fatta da Luca Conti sia per la frase sottolineata. In effetti può suscitare qualche perplessità ma per quanto riguarda la scelta dei blog italiani inseriti nella competizione qualsiasi selezione avrebbe causato l’esclusione di qualche blog meritevole di essere incluso, è una mera questione di numeri.

Per quanto riguarda il fatto di conoscere giornalisti, per quanto scocciante penso sia effettivamente così e non ci vedo nulla di scandaloso perchè son sicuro che sia stato detto in un buon senso.

Di certo però consolida l’idea che per arrivare a certi livelli bisogna conoscere qualcuno, e questo per coloro che non hanno nelle proprie corde la naturale attutudine di socializzare al fine di innescare meccanismi di referenzialità può essere disarmante e scoraggiante. Ma daltronde conferma qualcosa che sapevo già: non c’è differenza tra internet ed il mondo reale.

Ti lascio con qualche link di approfondimento;