No al brevetto e al diritto d’autore

Molte volte ho riflettuto sulla mia posizione in merito al brevetto e al diritto d’autore in genere, mai come ora l’argomento è di attualità in un mondo in cui le comunicazioni sono globali ed istantanee e l’accesso alle stesse viene osteggiato e combattuto.

E’ semplice valutare se il brevetto sia un concetto positivo o negativo? No, non lo è. Dipende molto dal punto di vista soggettivo.

Se avessi una idea, o creassi una opera di ingegno accetterei che qualcun altro la utilizzasse per i propri scopi, eventualmente traendone beneficio economico? Superficialmente risponderei di no in quanto non accetterei che il mio lavoro vada a vantaggio altrui. Ma riflettendo meglio mi accorgerei che così come un altro può utilizzare una mia opera, io potrei utilizzarne altre mille altrui, per il mio lavoro e per i miei progetti, accellerando la mia creatività e produttività. Favorendo in poche parole, la mia evoluzione come individuo e come professionista.

Da dove nasce quindi quel primo istintivo rifiuto a cedere al mondo le proprie creazioni? Per quanto mi riguarda ho capito che nasce dal timore che ho della mia stessa mediocrità. O meglio, dalla paura di non essere più in grado di crescere e maturare altre opere, altri lavoro, partorire in poche parole altre idee. In base a questo nasce in me un primo istintivo tentativo di capitalizzare quella idea e trarre un beneficio vita natural durante.

In base a queste riflessioni puramente personali, arrivo all’opinione che il brevetto e il diritto di autore così come sono intesi nella nostra società siano male.

Photo Credit: Tijmen Van Dobbenburgh

  • Il diritto d’autore è un freno della nostra economia, non un fattore positivo come vogliono farci credere i nostri politici e i nostri industriali.
  • Il diritto d’autore è una zavorra che impedisce l’evoluzione della società, costretta a spendere risorse (tempo-denaro-energie) per poter iniziare il lavoro la dove è stato lasciato qualcun altro
  • Il diritto d’autore uccide sul nascere geni e creativi che potrebbero dare molto al mondo

Soffermiamoci su un fatto che mi ha sempre colpito. Negli ultimi 50 annio il genere umano si è evoluto? Ad inizio secolo andavamo a cavallo, dopo sessanta anni siamo andati sulla luna (anche se su questo ci sarebbe da scrivere una enciclopedia).

Oggi, dopo 50 anni dallo sbarco sulla luna l’accellerazione della nostra evoluzione si è mantenuta? No, ci siamo fermati. Siamo portati a considerare "progresso";

  • automobili sempre più grandi, che fanno solo più rumore (ma le auto esistono da più di 100 anni)
  • cellulari più piccoli (ma il primo non lo ha inventato Guglielmo Marconi?)
  • la tv digitale, quella via cavo (ma la tv è la stessa di 50 anni fa)

La realtà è che con l’introduzione del brevetto abbiamo smesso di evolverci, presi come siamo a raspare preventivamente denaro e robba qualora qualcun’altro osasse solo pensare a qualcosa di nostro. Il risultato è il seguente; Armstrong andò sulla luna, noi dopo quaranta anni ancora muoriamo sulle autostrade. Ma con politici ed industriali che ci inculcano il concetto  che stiamo progredendo.

Visto che siamo in epoca di reality, mi piacerebbe farne uno. Tre persone su una isola, magari tre industriali, con le loro regole. Uno inventa un amo, il secondo una canna, il terzo la lenza. Ma non possono cooperare perchè l’isola è deserta e non c’è denaro ne tantomento merce di scambio.

E la nostra società così sopravvalutata sarebbe sintetizzata nell’immagine dei tre dotati di cotanta autostima e supponenza che mangiano sterpi e bacche, con le loro invenzioni inutili mentre il mare trabocca di pesci saltellanti.

Il brevetto è lo specchio della nostra stessa mediocrità.
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