Blogger condannato per diffamazione: equiparato a direttore responsabile
Ecco l’ennesimo caso di confusione giuridica applicata in internet. Navigando in rete mi sono imbattuto in un interessante/allarmante articolo pubblicato su Punto Informatico dall’Avv. Daniele Minotti su un fatto recente.
Il Tribunale di Aosta ha eseguito la prima condanna per diffamazione a mezzo blog a carico del gestore del blog stesso, equiparandolo a Direttore Responsabile del mezzo informativo ed indirettamente quindi equiparando il blog ad una testata giornalistica.
Photo Credit: Miguel Ugalde
Perchè il fatto è allarmante?
Abbiamo avuto modo di approfondire la questione della legge sull’editoria 62/7.03.2001 e relative ripercussioni su siti internet e blog in generale nell’articolo Editoria, i siti internet devono sottostare alla legge 62/7.03.2001?.
Tentando di fare un pò di chiarezza in questa materia ancora non ben definita riteniamo di essere arrivati ad una conclusione abbastanza coerente con la legge in questione. In poche parole:
- Un blog non è un giornale
- Il proprietario del blog non è un giornalista
- Un blog o un sito in generale non sono equiparabili legalmente alle testate editoriali registrate
- Un blog esercita semplicemente l’art. 21 della Costituzione Italiana che cita testualmente "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure."
Il problema grave in merito alla denuncia per diffamazione non consiste tanto nella denuncia stessa in quanto può accadere benissimo che si diffami qualcuno per mezzo internet e doverne subire le conseguenze, quanto nelle motivazioni della stessa che si basano su principi che sovvertono completamente i principi elecati sopra, in questo modo:
- Un blog è stato equiparato ad un giornale!
- Il blogger è stato equiparato al Direttore Responsabile!
- La condanna è scattata in merito alle regolamentazioni valide in materia editoriale!
Conseguenze devastanti e nefaste
Un blog è semplicemente libertà di pensiero, sacrosanta ed inviolabile. Può altresi contenere commenti degli utenti e links ad altre notizie esterne correlate di cui il blogger non è assolutamente responsabile, ma la condanna di cui stiamo parlando ha equiparato la libertà di pensiero ad una responsabilità che solo le testate regolarmente registrate possono avere, e cioè che il direttore sia il responsabile di quanto il giornale afferma, seppur utilizzando diverse fonti.
In poche parole, cade la libertà di espressione poichè anche se nell’esercizio della stessa puo capitare in un sito di rendere disponibili attraverso links o commenti di utenti contenuti di cui il blogger non è assolutamente responsabile, la legge, o meglio, una maldestra applicazione della stessa potrebbe fargliene carico.
In poche parole: pagare per opinioni altrui.
Che questo sia voluto o semplicemente una conseguenza di scarsa conoscenza dell’argomento non è importante, ma rimane gravissimo specie in un momento in cui le grandi holding stanno facendo di tutto per abbattele le loro manganellate preventive sui cybernauti per squallidi interessi economici a discapito di un principio sul quale ci riteniamo tanto superiori da andare ad imporlo a suon di bombe altrove: la libertà.
Vorrei veramente pensare che non sia così, ma faccio veramente fatica ad evitarlo perche penso che quando, volontariamente o meno, si creano le condizioni per inculcare paura nell’esercizio del libero pensiero c’è sempre un motivo ben preciso.
Approfondimenti in rete
- Chi si loda s’imbroda
- Tutti direttori?
- Blogger italiano colpevole di diffamazione
- Responsabilità al blogger
Io spero che vengano condannati gli amministratori di Politica Online, perchè in quel sito -come ho fatto rilevare da chi di dovere- effettivamente ci troviamo di fronte a veri reati penali. Su altri casi non mi pronuncio.