Quando i grandi se ne vanno, addio a Ray Bradbury

Quando molti di coloro dai quali hai attinto in giovinezza lasciano questo mondo capisci che diventare grande vuol dire inziare a tua volta a lasciare qualcosa a chi ti segue.

Che tu sia uno scrittore, un blogger, un professore o un semplice genitore. Non importa a chi, non importa quanto: l’importante è passare di buono quello che l’esperienza ti ha insegnato sino a quel momento.

Dopo Asimov se ne va un altro grande scrittore : Ray Bradbury. Non penso di esagerare dicendo che se non fosse stato per gente come loro io non sarei la stessa persona, nel bene e nel male.

Dai loro libri ho appreso a guardare il mondo cercando di interpretarne i fatti e gli eventi in un contesto temporale più ampio, come un film già visto o epiche sociali cicliche che si ripetono nel corso dei millenni.

In questo modo riesci a vedere molti cialtroni e buffoni per quello che realmente sono, al di la di come vengono presentati dai media o dal costo delle scarpe che indossano.

Il ciclo della Fondazione di Asimov  ci ha mostrato con decenni di anticipo il crollo dell’Impero consumista e capitalista a cui stiamo assistendo proprio in questi anni, ma sopratutto la nostra presunzione di conoscenza (il genere umano sparso in tutta la galassia considerava una superstizione l’idea che avvesimo tutti origine su uno stesso pianeta mitologico chiamato Terra). E che “il mulo” potrebbe celarsi dietro chiunque….

Cronache Marziane di Ray Bradbury permette di vedere l’idiozia di quanti considerano il concetto di “razza” come qualcosa di immutabile da salvaguardare, invece di prenderla per quella che é, ossia il punto di separazione tra ciò che eravamo e ciò che ci apprestiamo a divenire (i marziani siamo noi).

Ecco una sua famosa citazione (via Antonia Schiavarelli@FB);

“Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di ‘fatti’ al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere ‘veramente bene informati’.

Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione di movimento, quando in realtà son fermi come un macigno.

E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano.

Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza.”

Il suo capolavoro è Farheneit 451, che narra di una epoca in cui leggere libri é reato e di un corpo dei vigili del fuoco specializzato nella distruzione degli stessi, nel quale opera il solito guastafeste… (oggi basta la religione con i suoi sensi di colpa per impedirti di leggere certi libri, oppure la società col suo Zeitgeist a ridicolizzare i guastafeste)

 

Addio a Ray Bradbury. Adesso me n’è rimasto solo uno…